Visar Zhiti una vita in lotta con gli spettri

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Recentemente premiato al Narnia Festival, la vita dello scrittore albanese è da sempre segnata dall’ombra del vecchio regime di Hoxha.
Nell’ambito del Narnia Festival, una grande kermesse d’arte, musica e cultura che si si tiene annualmente in Umbria, si è tenuta l’edizione 2016 del Premio di poesia spirituale e umanità “G. Jovine” ispirato al “linguaggio dell’anima”. Il premio è un’iniziativa ispirata ai temi della pace, dell’amore, della fratellanza, della condivisione e dell’accoglienza.
Quest’anno è stato premiato il più apprezzato scrittore e poeta albanese contemporaneo Visar Zhiti per le sue antologie “simbolo di libertà artistica e di pensiero contro la barbarie della dittatura”.
La sua storia merita di essere raccontata.

Visar Zhiti oggi è capo missione dell’Ambasciata dell’Albania presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta ma il suo è un passato fatto di prigioni e ingiustizie.
Nell’aprile del 1980, nel corso di un processo molto severo, fu condannato a dieci anni di prigione, ritenuto scomodo per lo spietato regime comunista di Enver Hoxha, stessa sorte toccata al padre Hekuran. Fu trasferito nelle montagne del nord del paese a lavorare nelle miniere.
La caduta del regime di Hoxha gli aprì, dopo sette anni, con le porte del carcere, pure quelle dell’agognato Occidente, il paradiso della libertà e dell’opulenza. Il gusto della libertà lo assaporò subito, perché le sue poesie furono pubblicate e tradotte, oltre che in Albania, anche in molti Paesi europei e negli Stati Uniti.

“In realtà mi hanno condannato perché se non scrivevi a favore della dittatura eri contro. La mia colpa era quella di cercare libertà e bellezza come tanti della mia generazione” racconta Zhiti in una recente intervista.
Zhiti ha dedicato un’antologia di poesie edita in Albania a a tutti i poeti fucilati dal regime tra i quali quelli accusati di essere ‘spie del Vaticano’ uccisi perché credevano in Gesù Cristo e non hanno accettato di separare la chiesa albanese dalla Santa Sede, come voleva la dittatura comunista.

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Il visionario alato e la donna proibita

Come detto oggi Zhiti è ambasciatore presso la Santa Sede, nomina che suscitò molte polemiche perchè prima della conversione avvenuta in carcere lo scrittore era musulmano ma anche e soprattutto perchè l’allora presidente albanese, Bujar Nishani all’epoca del regime di Hoxha, era un ufficiale dell’esercito.

L’ombra del vecchio regime, dunque, sembra inseguire Visar Zhiti senza scampo, come di nuovo cattivo è stato il destino sulla sua felicità familiare. Due mesi fa, l’adorato figlio Atjon, studente all’università cattolica di Milano, torna per una breve vacanza a Tirana. Ma, appena in Albania, il suo sorriso si spegne per sempre sulla sella di una moto, in un terribile schianto.

In italiano è stato pubblicato il bellissimo romanzo da Rubbettino con il titolo “Il visionario alato e la donna proibita”.
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