Conosciamo Intizar Husain mito della letteratura urdu

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Saadat Hasan Manto e Intizar Husain sono senza dubbio i più noti autori pakistani della letteratura urdu, riconosciuti anche a livello globale grazie alla traduzione in inglese delle loro opere. Manto ha guadagnato la sua fama postuma; Husain invece ancora scrivendo.

Husain, 89 anni, è il più longevo autore vivente del Pakistan. Il 20 settembre 2014, l’ambasciatore di Francia ha decorato Husain con l’ “Officier de l’ordre des Arts et des Lettres“, ordine onorifico francese destinato alle persone che si sono distinte per le loro creazioni in campo artistico o letterario. Medaglia consegnata a Lahore, città natale dello scrittore.

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Husain riceve l’onoreficenza dall’ambasciatore francese

In passato gli unici artisti asiatici insigniti dell’onore sono stati gli attori indiani Shah Rukh Khan e Aishwarya Rai. Nel 2013 Husain è stato selezionato per il Man Booker Prize grazie alla traduzione in inglese del suo romanzo più famoso, Basti, inoltre durante e il Festival letterario di Lahore ( il più grande evento letterario del Pakistan) ha ricevuto il premio con un premio alla carriera.

Ammirato all’estero, Husain ha sempre suscitato reazioni contrastanti in patria. Attraverso la sua tecnica moderna, intrisa di letteratura occidentale, con l’utilizzo di favole e rinnegando i simboli religiosi e le mitologie dell’estrema sofferenza e martirio tipiche della cultura urdu, Husain ha prodotto una rottura rispetto alla tradizione pakistana che, agli occhi dei suoi connazionali conservatori, appare ostile e perfino antipatriottica.

Riprende lo stile letterario da scrittori del passato come Mirajee, Manto, Askari, tutti contrari a mescolare l’arte con l’ardore politico e che furono spesso identificati come autori blasfemi. Comune denominatore tra questi autori anche la passione per la letteratura occidentale, infatti Husain si è distinto per le traduzioni in urdu delle opere di Andrè Gide e Stephen Crane.

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Basti, il capolavoro di Husain

Husain scrive il suo capolavoro “Basti” nel 1989, definito dal New York Review of Books come “lo straordinario romanzo della tragica storia del Pakistan.” Husain inizia l’opera con la visione della possibile armonia tra vecchi e giovani, uomini e donne, musulmani e indù. Poi Zakir, l’eroe, si sveglia nel mondo moderno.

Husain scrive in una prosa che non ha nulla a che fare con il linguaggio praticato dagli scrittori di Lahore. In tal modo, Husain intende preservare il suo mondo ormai lontano. La letteratura dopo tutto sono le parole. Husain le ha sempre scelte con cura, conservando la lingua urdu classica dalla contaminazione dei dialetti di Lahore.
Non c’è nessuno oggi in Pakistan che scrive come lui.

Tutti i libri di Initizar Husain sono disponibili da BookBank.