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“Pallati i ëndrrave” është një alegori e madhe, që në tërësinë e vet, përbën atë që Kadareja e quan ferr i totalitarizmit. Ndryshe nga ferri tradicional ai qëndron më tepër sipas vertikalitetit të hierarkisë pushtetore dhe në vetëdijen e personazheve, hijen e vet po vertikale të tmerrit të pushtuesit. Kadare arrin të na sjellë një kryevepër të tillë kundër sistemit dhe aq provokuese ndaj censurës.
Mark-Alem è un giovane naturalizzato turco di origini albanesi, proveniente dalla famiglia dei Qyprilli, il cognome che avevano avuto otto Gran Visir ottomani. Riceve un’offerta di lavoro importante: andare a lavorare negli uffici del Palazzo dei Sogni, l’edificio più misterioso di tutto l’Impero.
Mark-Alem coglie al volo l’opportunità, e nel giro di pochi giorni si ritrova all’interno dell’enorme Palazzo dagli infiniti corridoi e innumerevoli uffici, assunto nella sezione «Selezione» dell’istituto. Anche se inesperto, vagando per i corridoi in cui spesso si perde scopre poco alla volta alcuni particolari del ministero: l’edificio, costruito secoli prima, raccoglie per iscritto i sogni della popolazione in ogni angolo remoto dell’Impero, per poi selezionarli, classificarli, interpretarli e predire in questo modo l’andamento delle varie sezioni dello stato, fino ad ottenere il «Sogno-guida», ovvero il sogno portatore di indizi che anticipano il destino dello Stato o del Sultano.