Fantascienza made in China

La Cina ha una produzione infinita di fantascienza, di tutti i generi e di ogni qualità (dal sublime al pulp), paragonabile a quella americana del periodo d’oro, dagli anni Trenta ai Sessanta
Prendiamo spunto da un articolo apparso su Repubblica il 30/06/2015 per approfondire il genere fantascientifico cinese.
Sarà la Cina a salvare il mondo? Così almeno pensano i suoi scrittori di fantascienza. In uno dei suoi racconti, “La Terra errante”, Liu Cixin immagina che, per anticipare il collasso del Sole, l’intero pianeta Terra venga spostato verso un nuovo sistema solare, in un viaggio che durerà 2500 anni, 100 generazioni. La sua “Trilogia dei Tre corpi” è una titanica fantasmagoria che dal tema di un atteso attacco da parte di una civiltà aliena in declino (tranquilli: ci metteranno secoli ad arrivare) ci trasporta nella giungla dei paradossi cosmici e poi in quella degli universi multi-dimensionali.

La “Trilogia dei Tre corpi” in cinese
Liu Cixin è il più famoso e popolare scrittore di fantascienza della Cina dove fino a pochissimi decenni fa il genere veniva ostracizzato come «diffusore di pseudo-scienza e promotore di elementi di decadenza capitalista ». Ha venduto milioni di copie, ha un esercito di fan su internet. È coccolato dalle autorità del suo paese, malgrado sollevi temi per loro scomodi.
E non è l’unico esponente di questo genere letterario, nel suo Paese: attorno alla rivista Science Fiction World — che per molto tempo è stata punto di riferimento del settore — hanno gravitato anche altri autori interessanti, come Han Song, Xing He, Wang Jinkang e Ye Yonglie. E poi ci sono i grandi successi di due-tre decenni fa, come Raggio di morte sull’isola di corallo di Tong Enzheng o il racconto L’immagine speculare della terra di Zheng Wenguang. Alcuni di questi scrittori sono stati pubblicati in un volume antologico di Urania Mondadori (il n. 6 del 2006), a cura di Wu Dingbo e Frederik Pohl.
All’estero, però, la star è e resta Liu Cixin. I militari lo vorrebbero come consulente dell’agenzia aerospaziale, malgrado lui non ne scriva in termini proprio lusinghieri (in uno dei suoi romanzi sono loro a promuovere una campagna di assassinii di massa, sia pure a fin di bene: far fiorire idee nuove). Quando nel 2013 sono riusciti a mandare una sonda sulla Luna hanno scomodato proprio lui a promuovere i progetti spaziali cinesi, come la Nasa faceva con Arthur C. Clarke. Il cosmologo e teorico della teoria delle stringhe Li Miao ha addirittura pubblicato un libro su La fisica dei tre corpi , proprio come a suo tempo gli americani avevano fatto con La fisica di Star Trek . È tradotto in molte lingue, ma non in italiano.
In realtà il successo di Liu Cixin, più che agli indubbi slanci di fantasia spaziale è probabilmente dovuto al fatto che parla di cose terrene che i suoi lettori conoscono bene: inquinamento, diseguaglianza sociali, solitudine, abusi del potere. Liu, ora 52enne, faceva l’ingegnere nella centrale elettrica di Niangziguan, nello Shanxi, una di quelle che poi al tempo delle Olimpiadi avevano dovuto chiudere per ridurre l’inquinamento che soffoca Pechino. È un posto isolato e dimenticato dal resto del mondo, circondato dalle montagne, un deserto perennemente ricoperto da polvere nera, a 2 ore di treno o 40 minuti di auto dalla città più vicina, code infernali dovute agli ingorghi del camion che trasportano il carbone, che potevano durare anche intere giornate, quando andava peggio. È questa la Cina profonda che ricorre nei suoi romanzi . E che, al tempo stesso, spiega la voglia di librarsi nei cieli e negli universi infiniti.

Liu Cinxin
È possibile fantasticare dei peggiori degli universi possibili, riconoscervi tratti del proprio universo, e al tempo stesso essergli affezionati. La fantascienza è la letteratura dei para- dossi. La Cina si presta alla fantascienza perché è essa stessa un grande paradosso: più cambia e più è proiettata verso il futuro, più resta in fondo in fondo quel che è sempre stata, non solo da Mao in poi ma nei millenni imperiali. Nella fantascienza, come nella letteratura cinese, il futuro si intreccia sempre al passato, da millenni manipolato, reinventato e riscritto.
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